In Primo Piano

Care colleghe e cari colleghi,

Torniamo sulla vexata quaestio della sede in via Santa Sofia.

Pur avendo scritto più volte all’Amministrazione per chiedere quali misure sarebbero state adottate, e per ottenere copia dei documenti sulle analisi ambientali, non abbiamo ricevuto alcuna risposta. L’ultima volta, ancora per iscritto, abbiamo anticipato l’intenzione di rivolgerci alle autorità competenti, se non avessimo avuto alcun riscontro. Dopo quindici giorni abbiamo mantenuto l’impegno con chi lavora in via Santa Sofia, considerato anche il persistente silenzio delle figure istituzionalmente preposte, inoltrando l’esposto.

Dopo aver reso noto ai colleghi che ci siamo rivolti all’ATS di Milano, siamo stati convocati dal Direttore Generale a una riunione allargata in presenza del Rettore, dei dirigenti e dell’azienda appaltatrice di via Santa Sofia, che ha avuto luogo l’8 maggio. 

Fra le altre complicazioni, non ci è stato inviato nemmeno il provvedimento emesso l’8 marzo dal Direttore Generale sull’estensione straordinaria dello smart working e sul trasferimento del personale da via Santa Sofia alle sedi di via Sant’Antonio e di via Celoria per le giornate di lavoro in presenza. Noi, a questo proposito, abbiamo informato ancora l’Amministrazione delle segnalazioni di chi comunque, ancora in questi giorni, cerca ospitalità nei locali di via Festa del Perdono o in altre sedi periferiche.

L’Amministrazione ha dichiarato che renderà noto, a breve, un ulteriore provvedimento del Direttore Generale sulla sede di via Santa Sofia.

Chiediamo a chi lavora in Ateneo di continuare a darci supporto tenendoci informati sulle situazioni di criticità riscontrate.

Milano 16 maggio 2024